Anno del Signore 1518, poche case sparse rompevano la monotonia della valle di Ruta, che in parte era coltivata ad uliveti e vigne, e parte era ancora ricoperta da boschi, dei quali uno bellissimo e non vasto ombreggiava in mezzo alla valle. Nel Boschetto appunto, vi erano un tempo castagni, roveri e olmi. Dove si congiungevano tre vie vi era una edicola con una tavola raffigurante la Madonna con in braccio il Bambino Gesu’. Si ignora come e da chi fu esposta e dipinta. Davanti al capitello si fermavano per recitare preghiere pochi passanti, in maggior parte contadini. Fra i piu’ assidui vi era una pastorella dodicenne di nome Angela Schiaffino, la quale, il giorno 2 del mese di Luglio, sosto’ come sempre a rivolgere un pensiero davanti a quel Quadro. Assorta nella preghiera le apparve improvvisamente una bellissima Signora, la quale le manifesto’ il desiderio che si rendesse interprete di una sua aspirazione. Detta donna disse che doveva dire al popolo che in tal luogo si sarebbe dovuta fabbricare una Chiesa. Ma detta figlia disse che nessuno le avrebbe creduto. Allora la Beata Vergine le fece un segno sul palmo della mano, precisamente una M che al tempo si usava raffigurare in carattere gotico, presentando agli occhi del popolo molta somiglianza con un ferro di cavallo, e altrettanto fece su di una grossa pietra che si trovava li vicino, indicando in tal maniera il sito dove si sarebbe dovuto costruire il Santuario e il Monastero. Tutti i Camoglini sono grati alla dolce Regina del cielo, che non una sola volta ha rotto con la sua luce le ombre opache del Boschetto, che ben potevano simboleggiare le tenebre del nostro intelletto, e ha santificato con le sue molteplici Apparizioni questa terra, che deve percio’ allietarsi del sorriso dei giusti.
Il messaggio divino affidato alla fanciulla, comprovato dai segni sulla mano e sulla pietra, nonche’ da molti altri prodigi, non poteva che trovare l’approvazione del popolo. Si diede quindi subito inizio alla costruzione di una Cappella. Ultimati i lavori il Quadro Miracoloso fu religiosamente riposto nel piccolo Santuario. Angela Schiaffino, testimone eloquente, visse a lungo e fu somma di venerazione in tutta la valle, avendo con particolare dono predetto a molti cose occulte e che dovevano avvenire. Quando i suoi giorni terreni finirono ella fu sepolta ai piedi della Vergine. Per 40 anni i Camogliesi si accontentarono di quel piccolo tempio di preghiera. Poi un avvenimento strepitoso accrebbe grandemente la devozione anche oltre i confini della cittadina. Riprodotto su tela, rozza si ma preziosa perche’ risalente agli inizi del Seicento, quindi all’epoca del fatto, la sua iscrizione dice: Antonio Schiaffino da Camogli circa di anni quaranta ritrovandosi con altri fanciulletti dinanzi alla Cappella di N.S. del Boschetto sentendo dire a quelli perche’ tu non dai o cieco con un sasso nella porta della Cappella egli volendone far la prova si fece mettere sul piede il sasso e gettandolo gagliardamente penetro’ per la grata di legno e ruppe il Quadro della Madonna come tuttavia si vede dal che atterriti gli altri fanciulli pieni di timore di la’ si partirono e Antonio resto’ come attonito e subito gli gonfio’ il piede con che tiro’ il sasso e la gamba resto’ in tre o quattro luoghi impiagata che scaturendone sangue putrido e marcio li cagionava grandissimi dolori e in tal modo ferito e storpiato finirono miseramente i suoi giorni. Questo fatto seguiva l’anno del Signore 1558. Ancor oggi una frattura percorre il Quadro della Madre di Dio da cima a fondo, tagliando omero destro e mano della Vergine.
Questo non pote’ fare a meno di scuotere profondamente tutti e richiamare maggior ossequio, rispetto e venerazione alla taumaturga immagine. I fedeli aumentarono e molte persone ottennero grazie, favori e miracoli, tanto che le voci si divulgarono per tutta la Riviera. Fu necessario allora un ingrandimento della Cappella, e questo coincise irreparabilmente con la perdita della storica pietra segnata dal dito della Madonna. Nel 1603 detta pietra si ruppe in piu’ pezzi per l’innavvertenza di un muratore. Ma l’afflusso al Boschetto era incessante, si penso’ quindi fosse opportuno che il luogo fosse custodito da religiosi stabilmente presenti, e la scelta cadde, non a caso, sui Servi di Maria, ordine che porta come emblema nel suo stemma la lettera M in carattere gotico. Il primo Rettore fu Padre Costantino Crovari. Nel 1612 poso’ la prima pietra della Chiesa e del Convento. Da ogni parte giunsero aiuti e sovvenzioni, la Nostra Signora fece la sua parte operando innumerevoli e visibili prodigi, tutti andarono praticamente a gara offrendo il loro contributo, nei testamenti si lasciavano offerte al Boschetto, come avviene incredibilmente anche ai giorni nostri. Dopo quasi venti anni di lavoro, il magnifico tempio, innalzato su pietra dai buoni Camoglini coi risparmi, coi tributi, col sudore e le elargizioni, profilavasi maestosamente sulla pendice, inaugurato e benedetto con una grande manifestazione di fede, imponente e solenne, il 2 Luglio 1631. Da allora tutto o quasi e’ immutato, la Madonna del Boschetto e’ conservata in una ancona marmorea sull’Altar Maggiore, e viene Scoperta ai fedeli solo nei giorni festivi, nelle ricorrenze particolari o su esplicita richiesta, come vuole una tradizione secolare.
Nel corso di quasi 500 anni di storia, furono quattro i Pontefici Romani che intervennero con atti che riguardano direttamente il culto a Nostra Signora del Boschetto di Camogli. Papa Pio VII il 12 Agosto 1817 concesse l’incoronazione dell’immagine taumaturga, come avvenne con grandissima solennita’ il 30 Agosto 1818 in occasione del terzo Centenario dell’Apparizione. A seguito di tale celebrazione fu ufficialmente chiesto al Santo Padre e concesso che la festa della Madonna fosse spostata alla prima Domenica di Settembre poiche’ il 2 di Luglio la maggior parte del popolo della Citta’ dei mille bianchi velieri non poteva essere presente, in quanto in quel tempo era occupato nell’arte della pesca. Papa Gregorio XVI il 22 Maggio 1841 concedeva l’Ufficio e la Messa propria. Papa Pio X il 24 Ottobre 1905 concedeva l’Altare privilegiato, col beneficio che celebrandovi una Messa in suffragio di qualche anima questa ottenesse tosto la liberazione dal Purgatorio. Infine Papa Pio XII il 27 Marzo 1955 proclamava N.S. del Boschetto Patrona presso Dio della Citta’ di Camogli. Ogni giorno in verita’ e indistintamente a tutti, la Madonna soccorre a seconda del bisogno, come dimostrano gli ex voto sulle pareti della Chiesa e il nutrito numero di ex voto marinari conservati nel Chiostro del Santuario.
TRADIZIONALE INVOCAZIONE A NS DEL BOSCHETTO
“Augusta Regina del Cielo, Vergine Maria, Madre di Dio, poiche’ Ti piacque porre in mezzo a noi il trono delle Tue Misericordie, e l’umile fanciulla Angiola Schiaffino volesti fortunata messaggera dei Tuoi disegni, dal venerato Santuario che la pieta’ degli avi nostri Ti eresse, ove schiudesti a noi una fonte di grazia perenne, la Tua Camogli guarda e proteggi, che in Te ha riposta la sua fiducia, la sua gioia, il suo vanto. Grati ai tanti benefizi che ci hai largiti, prostrati ai piedi del Tuo benedetto altare, ancor Ti preghiamo, o Madre, che ognora piu’ copiosi versi su di noi i tesori del Tuo tenerissimo Cuore. Tu impetri benigna alle famiglie nostre la benedizione e la pace, ai nostri naviganti propizio il mare e i venti, alla Citta’ nostra prosperita’ e decoro, nella purezza del costume, nell’ardore della pieta’ e nell’aspirazione perenne ai beni del cielo, dove eternamente ci farai beati del Tuo materno sorriso. Tu che in terra ne sei nel dolore conforto, nelle ansie speranza, nei pericoli del corpo e dello spirito rifugio e salvezza.“